lunedì 14 maggio 2012

Miti orientali e occidentali


Mito occidentale: mito di Bran
Bran è un dio-eroe solare che perde la Caldaia della Rinascita: se questa è il simbolo della trasformazione e della germinazione, non ne possono che venire la desolazione e la sterilità della terra. La ferita ad un piede, e comunque ad un arto della parte inferiore del corpo, è simbolo di quelle forze istintive elementari che devono essere sublimate e convogliate verso un controllo spirituale. Dopo infatti che a Bran viene tagliata la testa, questa mantiene la capacità di parlare e guida i compagni verso un’isola misteriosa, dove si trattengono per otto anni nel godimento di una gioia totale. Solo quando uno di questi apre una porta ubicata ad Occidente (la caduta del Sole, prima della notte), torna loro la memoria e la consapevolezza della mortalità. Si può dunque pensare che abbiano sperimentato l’Aldilà, come tutti gli eroi della tradizione celtica, Artù compreso, perché ne ricavino la consapevolezza di una meta nella “cerca” terrena.


Mito orientale:
Susanoo, esiliato dal Cielo, giunse nella provincia di Izumo. Dopo poco tempo incontrò un uomo anziano e sua moglie, piangenti assieme alla loro figlia. L'anziana coppia spiegò che avevano all'inizio otto figlie, che furono divorate però una ad una, ogni anno, dal drago chiamato Yamata-no-Orochi. Il terribile drago aveva otto teste ed otto code. Ed ora, Kusinada era l'ultima rimasta delle otto figlie.
Susanoo, che ben conosceva la relazione della coppia con la dea del sole Amaterasu, sua sorella, offrì loro il suo aiuto in cambio della mano della loro magnifica figlia. I genitori accettarono e Susanoo trasformò Kushinada in un pettine, nascondendola in modo sicuro fra i suoi capelli. Ordinò poi che fosse costruita una staccionata attorno alla casa, con otto cancelli, otto tavoli ad ogni cancello, ed otto fiaschi su ogni tavolo, ognuno riempito con vino di riso fermentato otto volte.
Orochi arrivò, e fu attirato dal vino; lo bevve, e con suo stupore fu ucciso da Susanoo. Un fiume vicino divenne rosso per il sangue del drago ucciso. Mentre Susanoo tagliava il drago a pezzettini, trovò all'interno di una delle code un'eccezionale spada, che il dio non era stato in grado di tagliare con la sua. La spada venne successivamente portata da Amaterasu, e venne chiamata Ame no Murakumo no Tsurugi.

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